1° appuntamento del progetto “… E la storia continua” all’ITIS di Cuneo: la prima guerra mondiale e il fronte italiano.

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Personale scolastico

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IMG 20191129 130232 3Il coinvolgimento dei giovani della provincia di Cuneo.
Intervento dello storico Gerardo Unia
Venerdì 29 novembre gli alunni delle classi 5° dell’ITIS “M. Delpozzo” hanno partecipato al primo appuntamento del ciclo di conferenze sui due conflitti mondiali dal titolo: “Il 1° conflitto mondiale: il fronte italiano” curato dallo storico Gerardo Unia in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini e il “Memoriale della divisione alpina Cuneense” rappresentata dal suo presidente, prof. Aldo Meinero e dagli alpini Garelli e Ravetto, che hanno presentato e spiegato agli studenti alcuni reperti del conflitto tratti dalle sale espositive del Memoriale. Lezione magistrale del dottor Unia, storico cuneese, che ha presentato i fatti e gli avvenimenti con una passione coinvolgente.

I ragazzi hanno così approfondito gli argomenti precedentemente affrontanti in classe, visti però da un punto di vista differente, concreto e “vero”, sapientemente esposti dallo storico Unia, che ha saputo trasportare i giovani nei problemi e nei drammi delle trincee e della guerra.
< Sono rimasto molto colpito – ha detto al termine della conferenza Mattia Giordano (cl.5 °A inf) – dagli effetti della Grande Guerra sulla provincia di Cuneo perché di questo argomento non c’è nulla sul nostro libro di storia, ma è importante, a mio avviso, conoscere i fatti che hanno interessato il nostro territorio, ancor più perché da quei giovani, in modo diretto e/o indiretto, discendono quasi tutte le nostre famiglie. L’indagine dello storico Unia è stata splendida, perché era molto precisa, completa, era corredata da immagini, cartine, dati e grafici e, in più, arricchita di curiosità e nozioni che normalmente né si trovano sui libri né in internet, perché frutto di ricordi ed esperienze personali tramandate dai testimoni>.
< Io, invece, sono rimasta colpita dal sapere che la maggior parte dei soldati che morirono nel conflitto fosse poco più che ventenne, perché quei giovani avevano ancora tutta la vita di fronte a sé, ma la brutalità della guerra li ha portati via. In verità, non erano molto diversi dai ragazzi presenti oggi alla conferenza. Condivido l’affermazione di Unia quando ci ha detto che siamo fortunati a essere nati un secolo dopo i due conflitti mondiali: è importante avere la consapevolezza della fortuna di essere nati in un periodo di pace, ma questa pace va preservata e difesa, in primis attraverso la memoria del nostro passato. Grazie mille ai relatori e agli insegnanti che hanno organizzato> (Adele Chiavassa, 5°A Chi).