CONSEGUENZE DEL TAGLIO ALLA GEOGRAFIA

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Personale scolastico

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È forte la mobilitazione per la difesa delle geografia originata dalla volontà del governo di ridurne, o in alcuni casi di eliminare, le ore di insegnamento nelle scuole superiori. La sottoscrizione lanciata per “salvare” la geografia dalle modifiche della riforma ha raccolto, secondo gli organizzatori, 15 mila firme.

La petizione pro-geografia vuole riottenere un posto di riguardo nei nuovi piani di studio, contro la previsione che, secondo i testi dei regolamenti, dovrebbe portare ad una forte contrazione delle ore di lezione attuali. Ma secondo il settimanale, almeno per quanto riguarda gli attuali orari dei licei classici e scientifici, per la geografia non cambierebbe nulla. Per il nuovo scientifico, in particolare, le due ore previste dal vecchio ordinamento solo in primo liceo verrebbero diluite in due anni. Terzo Settore: non meno ma più ore Confini e nazioni sono in costante mutazione: la geografia è dunque una materia viva, cui il nuovo ordinamento scolastico dovrebbe dedicare più ore anziché tagliarle”. La geografia diventa una cenerentola delle materie: scompare dagli Istituti tecnici, viene accorpata a storia nei licei, e ovunque sensibilmente ridotta nelle ore d’insegnamento. L’Aiig, l’associazione italiana insegnati di geografia, è preoccupata per gli effetti che potrebbe avere la riforma Gelmini della scuola superiore con il ridimensionamento dello studio di questa materia. E per cercare di frenare questo processo, l’associazione ha presentato documenti alle Commissioni Cultura di Camera e Senato e ha lanciato una raccolta firme via internet che ha raccolto 4.000 adesioni in tre giorni .Differenze fra istituti e licei – Secondo quanto spiega la stessa Aiig, le ipotesi di riforma ministeriale avrebbero come effetto la scomparsa della geografia in tutti gli Istituti Professionali, in quasi tutti i Tecnici e la drastica riduzione nei Licei (dove era ridotta a due ore settimanali solo nel primo biennio). Una situazione che, se trovasse applicazione con il varo della riforma, porrebbe dei seri problemi per la formazione dei giovani, che sono sempre più estranei rispetto al territorio dove vivono e assolutamente ignoranti per quel che riguarda il resto del mondo De Vecchis: conoscenze indispensabili – Ma perché questa battaglia? Perché meno geografia rende tutti più poveri, risponde Gino De Vecchis, docente, geografo e presidente dell’Aiig. Con la riforma Gelmini, invece, spiega De Vecchis si penalizza una materia già tanto mortificata negli anni, privando gli studenti di conoscenze indispensabili, relativi ai grandi problemi mondiali, come quelli ambientali, socio-economici, geopolitici e culturali, legati alla globalizzazione. Siamo molto preoccupati, perché questa materia tocca temi cruciali: dai fenomeni migratori ai cambiamenti geopolitici, ai confini mutevoli, non solo politici, ma anche culturali, sociali, economici, fino allo sviluppo sostenibile e alle diversità culturali. Conoscere la geografia non significa memorizzare nomi. La geografia dei mari, dei monti non esiste più, è un retaggio ottocentesco.

Alessandro Ebano 2^F