Lorenzo Milani Comparetti era figlio di un’agiata famiglia di intellettuali fiorentini, secondogenito di Albano Milani e Alice Weiss. Ragazzo vivace e intelligente, coltivò la passione per la pittura, studiando prima come privato, poi a Milano all’Accademia di Brera.
Nell’estate del 1942, durante la vacanza a Gigliola (Montespertoli), Lorenzo decise di affrescare una cappella; durante i lavori rinvenne un vecchio messale la cui lettura lo appassionò notevolmente. Successivamente, al ritorno a Milano, si interessò di liturgia. Il 9 novembre 1943 entrò nel seminario di Cestello in Oltrarno. Il periodo del seminario fu per lui piuttosto duro, poiché Lorenzo Milani cominciò fin dall’inizio a scontrarsi con la mentalità della Chiesa e della curia: non riusciva a comprendere le ragioni di certe regole, prudenze, manierismi che ai suoi occhi erano lontanissimi dall’immediatezza e sincerità del Vangelo. Fu ordinato sacerdote nel duomo di Firenze il 13 luglio 1947 dal cardinale Elia Dalla Costa. Nel dicembre del 1954, a causa di screzi con la Curia di Firenze, venne nominato priore a Barbiana, minuscola e sperduta frazione di montagna di 44 anime nel comune di Vicchio, Mugello, dove iniziò il primo tentativo di scuola a tempo pieno, espressamente rivolto alle classi popolari. Sperimentò il metodo della scrittura collettiva. La scuola di Barbiana era un vero e proprio collettivo dove si lavorava tutti insieme e la regola principale era che chi sapeva di più aiutava e sosteneva chi sapeva di meno. Si faceva scuola 365 giorni all’anno. Opera fondamentale della scuola di Barbiana è “Lettera a una professoressa” (maggio 1967), in cui i ragazzi della scuola (insieme al priore Don Milani) denunciavano il sistema scolastico e il metodo didattico che favoriva l’istruzione delle classi più ricche (i cosiddetti “Pierini”), lasciando la piaga dell’analfabetismo in gran parte del paese. La “Lettera a una professoressa” fu scritta negli anni della malattia di don Milani. Pubblicata dopo la sua morte, ebbe un gran numero di vendite, diventando uno dei moniti del movimento studentesco del ’68. Altre esperienze di scuole popolari sono nate nel corso degli anni basandosi sull’esperienza di Don Lorenzo e sulla “Lettera e una professoressa”. Don Milani fu un maestro eccezionale. “Il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso”. Il dono più grande che il Priore ha fatto hai suoi ragazzi montanari è stata la “parola”:” Il Priore morì prematuramente di leucemia il 26 giugno 1967 e venne seppellito secondo la sua volontà nel minuscolo cimitero di Barbiana vestito con i paramenti sacerdotali e gli scarponi da montagna. Nel suo testamento lasciò scritto ai ragazzi “Ho voluto più bene a voi che a Dio ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto”.
Lorenzo Rosa, Niccolò Leva 2^E
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