FOIBE, PER NON DIMENTICARE

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Personale scolastico

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 Con l’espressione massacri delle foibe, o spesso solo foibe, si intendono gli eccidi ai danni della popolazione italiana del Friuli Venezia Giulia e della Dalmazia, occorsi durante la Seconda guerra mondiale (1940-1945) e nell’immediato dopoguerra.

Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove furono gettati i corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati, appunto, “foibe”. Dieci anni fa il Parlamento italiano ha consacrato il 10 febbraio, anniversario della firma del Trattato di pace tra l’Italia e le Potenze Alleate nel 1947, quale `Giorno del Ricordo´. Da allora questa giornata è dedicata alla memoria di migliaia di Italiani dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia che, al termine del secondo conflitto mondiale, subirono indicibili violenze trovando, in molti, una morte atroce nelle foibe del Carso. Quanti riuscirono a sfuggire allo sterminio furono costretti all’esilio. L’occupazione Jugoslava che a Trieste durò quarantacinque giorni, fu causa non solo del fenomeno delle foibe ma anche delle deportazioni nei campi di concentramento jugoslavi di popolazioni inermi. In Istria, a Fiume e in Dalmazia, la repressione Jugoslava costrinse molte persone ad abbandonare le loro case. La popolazione italiana che apparteneva a quella regione fu quasi cancellata e di quell’orrore, per troppo tempo, non si è mantenuto il doveroso ricordo. Non possiamo dimenticare e cancellare nulla; non le sofferenze inflitte alle minoranze negli anni del fascismo e della guerra, né quelle inflitte a migliaia e migliaia di italiani innocenti.

 

Davide Aime, Emanuele Ferrero, Piantina Daniele, Claudio Baudino 4^A