LA CONDIZIONE DELLA DONNA NEL MONDO ARABO E ASIATICO

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Le donne rappresentano la metà della popolazione umana: il loro status e la loro posizione possono essere un valido criterio per valutare il livello di progresso di ogni società e cultura. Esse hanno un ruolo importante nello sviluppo e nell’evoluzione della loro collettività e sono determinanti nella crescita della qualità della vita nella stessa.

La condizione di donna nel mondo asiatico interessa oltre un miliardo e mezzo di persone che vivono in 14 paesi. Molte donne in questo continente vivono ogni giorno, una violazione dei loro diritti fondamentali come persone e come cittadine, ma riescono comunque a far pesare la loro importanza come protagoniste nei processi di mediazione nei conflitti. Senza l’intervento umano le donne sarebbero novanta milioni in più e gli uomini non sarebbero più in schiacciante maggioranza. Le ragioni alla base di questo problema sono politiche, economiche, sociali, culturali e religiose. A causa dell’aborto selettivo, del maltrattamento delle donne, della politica del figlio unico in Cina e dell’incitamento al controllo delle nascite ovunque, si è arrivati a una condizione di disparità tra i sessi e questo influisce anche sull’equilibrio demografico. Il continente asiatico è caratterizzato da realtà molto diverse tra loro per cause etniche e religiose. Vi sono numerosi conflitti armati sia nel Medio Oriente sia in Asia Centrale e nel Sud-Est Asiatico, regioni che non trovano pace. In India e Cina la condizione femminile è sicuramente migliorata rispetto al passato ma permangono forti discriminazioni. In India due terzi della popolazione femminile è ancora analfabeta. In Cina, grazie al recente programma di modernizzazione economica, le donne hanno pari opportunità degli uomini, ma nelle campagne, dove la struttura della famiglia è ancora tradizionale e dove l’infanticidio delle bambine è una pratica ancora in uso, le donna continuano ad avere una posizione di inferiorità. Anche la religione islamica è un motivo di discriminazione. In molti paesi islamici le donne sono costrette a vivere segregate nelle loro case, espulse dagli impieghi pubblici e private dei più elementari diritti. La più grave discriminazione verso la donna è stata compiuta dal governo dei talebani in Afghanistan, ora deposto, che aveva negato ogni diritto umano alle donne. Esse oltre a non godere più del diritto all’istruzione e al lavoro, si sono viste negare anche quello alla salute: quando si ammalavano rischiavano di morire in quanto non potevano essere visitate da dottori di sesso maschile. Tre sono le azioni necessarie per migliorare la loro situazione: farla conoscere, denunciarla e dare ragioni di speranza per il futuro a tutte le donne del mondo dovunque si trovino.

 

Giorgia Mogna, Luisa Tolosano 3^B