Dall’ alba dei tempi l ‘ uomo ha sempre aspirato ad ottenere maggiori libertà politiche e di opinione. Dopo l ‘epoca dei grandi regni assolutistici europei, con la rivoluzione Francese ciò sembrò essere realizzabile nella maggior parte dei paesi.
Dopo la prima guerra mondiale, però, il mondo politico sembrò compiere un grosso passo indietro: nascono i grandi regimi autoritari. Il culmine, in Italia; delle restrizioni politiche adottate dopo il primo conflitto venne raggiunto con le leggi Fascistissime approvate da Mussolini nel 1926. Esse dipingevano il terribile volto del regime autoritario in quanto limitavano le libertà personali dei cittadini e attribuivano all’ unico partito ammesso (quello fascista) il pieno controllo della vita sociale. Mussolini con l’entrata in vigore di queste leggi: aveva l ‘ obbligo di rispondere del suo operato soltanto al re Vittorio Emanuele III, dotato di poteri esigui; senza più dover interpellare il giudizio del parlamento. Abolì tutte le associazioni cittadine e i sindacati se non riconosciuti dal partito. Così facendo la libertà di manifestare pubblicamente il proprio dissenso svanì; sottopose a controllo la stampa per mezzo di prefetti atti a plasmare le notizie a favore della propaganda Fascista. Riconobbe ufficialmente il Gran Consiglio del Fascismo che divenne organo supremo dello Stato. Istituì, a difesa di questo complesso sistema, il tribunale speciale (per la difesa dello Stato) composto da ufficiali Fascisti per condannare, anche con la pena di morte, i presunti oppositori al regime. Le suddette leggi rappresentano soltanto una piccola porzione del grande quadro del Fascismo e suscitano in noi il pensiero che da sempre l’essere umano aspira alla libertà, ma spesso, nel tentativo di realizzare questo sogno, intraprende un percorso forviante, ritrovandosi in manette, rinchiuso in un mondo idealizzato da chi dipinge la tela. Mattia
Einaudi, Stefano Zocca, Federico Dutto 5^D
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