La lampadina alogena è una particolare lampada ad incandescenza, ma ci sono alcune fondamentali caratteristiche che la differenziano da quelle comuni. Al gas contenuto nel bulbo viene aggiunto iodio, kripton e, a volte, xeno per permettere il riscaldamento del filamento fino a oltre 3000 K, in modo da aumentare l’efficienza luminosa e spostare verso l’alto la temperatura di colore.
Nelle alogene il tungsteno che evapora a causa della temperatura elevata reagisce con il gas formando un alogenuro di tungsteno. Successivamente il composto, entrando in contatto con il filamento incandescente si decompone e rideposita il tungsteno sul filamento stesso realizzando un ciclo, il ciclo alogeno. In questo modo la durata di vita di una lampada alogena può essere almeno doppia di una lampadina ad incandescenza normale, sebbene il filamento sia molto più caldo. Poiché il bulbo, per permettere la reazione chimica tra iodio e tungsteno, deve avere una temperatura non inferiore a 250 °C, viene utilizzato un vetro speciale (quarzo) ad alta resistenza. Svantaggi e rimedi I limiti di questi dispositivi sono riconducibili all’emissione di raggi ultravioletti, dannosi per l’occhio umano e capaci di provocare cancro della pelle e causa di sbiadimento degli oggetti illuminati. Il fenomeno è in parte dovuto all’uso del quarzo al posto del vetro per la costruzione del bulbo. Il quarzo è infatti più resistente alle alte temperature ma trasparente ai raggi ultravioletti. La schermatura di queste radiazioni avviene ponendo davanti alla lampada una lastra di vetro, che ne riduce il passaggio del solo 15% e che serve anche come protezione in caso di esplosione accidentale dell’ampolla. Recentemente nella composizione delle ampolle sono state introdotte sostanze in grado di bloccare i raggi ultravioletti e dei pigmenti fluorescenti che li convertono in luce visibile, aumentandone l’efficienza complessiva. Per ridurre il flusso di raggi infrarossi verso oggetti danneggiati da un eccessivo riscaldamento, esistono speciali lampade alogene dicroiche, dotate di uno schermo posteriore che riflette solamente la luce visibile lasciando disperdere i raggi infrarossi. Il rendimento luminoso di una lampada alogena, grazie alla luce più bianca rispetto ad una lampadina ad incandescenza tradizionale, è del 50-100% superiore rispetto a questa, mentre la vita utile varia da 2000 a 6000 ore. Essendo basate sullo stesso principio delle comuni lampade ad incandescenza, le lampade alogene sono spesso progettate con l’obiettivo di poter essere usate come sorgente luminosa ad intensità variabile, e pertanto sono la scelta naturale per i punti luce controllati da un varialuce o dimmer.
Francesco Sepe, Luca Arnaudo 4^F
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