La gran parte siriani che scappano dalla guerra
L’esodo non ha fine, il Mediterraneo continua ad essere un ponte mobile verso la Sicilia. Quasi mille profughi, in gran parte siriani, sono stati soccorsi la notte tra lunedì 17 e martedì 18 settembre 2013. Oggi siano al 16 ottobre 2013 e questo fatto non è l’unico avvenuto nell’ultimo periodo come nel giorno 3 ottobre, quando un barcone colmo di immigrati si è rovesciato causando molti morti. La stima più bassa riferita da alcuni dei 155 sopravvissuti, parla di 518 migranti a bordo del barcone colato a picco davanti a Cala Croce.
L’immane tragedia di una settimana fa non ferma i barconi: i migranti salvati nelle ultime ore nel Canale di Sicilia sono 503, soccorsi in cinque distinte operazioni coordinate dalla centrale operativa della Guardia costiera, nel giorno in cui la Dda di Palermo ha aperto un’indagine sul naufragio del 3 ottobre e avrebbe i nomi di alcuni componenti del cartello criminale dei trafficanti. I familiari delle vittime, molti dei quali sono venuti qui a Lampedusa, attendono di conoscere dove saranno seppelliti i loro cari. Sono queste le priorità”, insieme alle condizioni del centro d’accoglienza dell’isola, che dispone di soli 250 posti letto. Analizzando questi due fatti si può dedurre che il problema degli immigrati è oramai da alcuni anni di attualità nel nostro paese… quasi all’ordine del giorno. La guerra e la povertà sono i motivi principali per i quali queste persone in difficoltà scappano e cercano, trovando riparo in Italia. La meta italiana viene scelta per la vicinanza al nord Africa e per questo quasi ogni giorno si verificano degli sbarchi.
La Guardia Costiera, la Marina Militare, la Guardia di Finanza, ma soprattutto i cittadini di Lampedusa stanno danno un aiuto concreto per salvare e accogliere i profughi.
Stefano Chesta, Samuel Grassi 4^A
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