Le ultime parole pronunciate dalla vittima:” sono un medico non posso passare oltre”.
E cosi che Eleonora Cantamessa, la ginecologa uccisa domenica 8 settembre durante il tentativo di salvare il giovane Kumar Baldev reduce da una rissa avvenuta poco prima. A ucciderla fu il fratello di Bladev, Vicky Vicky, 25 anni, ora carcere, che con l’auto è piombato addosso alla dottoressa uccidendola all’ istante.
Nell’abitazione di Eleonora in piazza Cavour 4 a Trescore Balneario (Bergamo), è una continua peregrinazione di persone che vogliono lasciare un segno di ricordo verso la famiglia Cantamessa, per il grande sacrificio commesso dalla figlia.
Un’amica-paziente racconta “La Ele era cosi disponibile, generosa e sempre presente se la chiamavi alle 2 di notte ti rispondeva.”
Mariella 65 maestra elementare, ormai in pensione, è anche la madre di Eleonora, che in ricordo della figlia porta la catenella d’argento che portava Eleonora al momento dell’incidente. La serenità in questo momento di dolore sembra un ossimoro. Eppure è questo che la signora Mariella dimostra dal modo di parlare e dai gesti; queste le sue parole sull’accaduto: “Mia figlia a dato la vita perché, secondo molti, non valeva niente. Spero che chi la ha uccisa cambi modo di vivere è giovane, c’è la può fare. La possibilità di riscatto non è preclusa per nessuno”.
Sul tavolo del soggiorno accanto ai lumini vi è il vangelo. E aperto alla pagina dove viene spiegata la parabola del Buon Sammaritano. “Il Buon Samaritano”, spiega la signora Mariella,” Ha pagato per soccorrere uno sconosciuto in mezzo ad una strada, mia figlia ha pagato con la vita”.
Christian Taricco, Vitali Cerutti 1^F
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