MOVI UP

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Personale scolastico

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Lunedì 17 febbraio 2014 si è concluso l’ultimo di 2 incontri di 2 ore ciascuno del progetto MOVI UP promosso, per tutti gli studenti delle scuole superiori, dalla Regione Piemonte. Alcune attività riguardano anche i genitori ma si svolgono alla sera nelle varie sedi pubbliche.

Nella nostra scuola hanno aderito i consigli di classe della 4°B, E e O. Il titolo un po’ suggestivo si può tradurre come “diamoci da fare” (o “una mossa” direbbero gli studenti) e si propone, nell’intento di prevenire inutile disagio e sofferenza, di favorire la riflessione, le attività, la formazione e l’informazione sui seguenti temi: il rispetto della diversità, la prevenzione della violenza e l’uso consapevole delle nuove tecnologie. Ogni giorno nel mondo della scuola, tra amici o in famiglia si possono verificare situazioni critiche che hanno a che fare con le discriminazioni, con i fenomeni di violenza, tra i quali il bullismo e, sempre più spesso, con l’uso inconsapevole delle nuove tecnologie. Molte volte non ci si rende conto che uno scherzo considerato divertente, una battuta, un commento offensivo, una foto pubblicata su Facebook, un video imbarazzante pubblicato su Youtube, si possono trasformare in forme di violenza che hanno ripercussioni più negative di quanto pensiamo. Spesso non ci si sofferma abbastanza a pensare che le nostre azioni, quando ledono l’integrità o le convinzioni o i diritti delle persone che abbiamo intorno, possono generare su chi le subisce gravissime conseguenze sul piano fisico e psicologico. L’aumento di casi di suicidio da parte di ragazzi e ragazze oggetto di prepotenze continue e derisioni, è un fenomeno allarmante, così come le richieste di aiuto delle vittime di bullismo sono diventate in generale un segnale importante di un disagio sociale di cui è necessario prendere coscienza. Gli elementi alla base del progetto sono stati la condivisione delle esperienze tra studenti, l’attivare il dialogo e lo scambio tra docenti, genitori e ragazzi e acquisire insieme la consapevolezza delle proprie azioni. Il valore aggiunto è stato l’aver affrontato le tematiche in modo integrato, valorizzando le esperienze fatte sul territorio e proponendone di nuove per far comprendere i legami che le caratterizzano e per fornire maggior informazione, anche dal punto di vista delle condanne penali in cui si può incorrere, e strumenti di difesa. I metodi di lavoro sono stati vari: dalla didattica informale, ai video, alle attività interattive come la simulazione, l’imitazione, il racconto e altri che hanno attirato l’attenzione e il coinvolgimento degli studenti. “A parer mio il progetto è molto valido; sarebbe interessante se, quando si affronta il tema della violenza sulle donne, si potesse ascoltare il parere e l’esperienza di un uomo o di persone che hanno assistito a questo tipo di crimine” afferma C. Garro della 4°O. Un’osservazione che è stata molto apprezzata poiché si comprende che questo problema non può essere risolto da un solo genere ma nella relazione tra i due. Gli spunti acquisiti possono essere inseriti nelle attività in classe a seconda della disponibilità dei docenti nell’ottica che si è data questa scuola con il moto “Sapere non basta … “

Classi 4^B, 4^E, 4^O