L’amore ai tempi del Covid-19

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L’amore ai tempi del colera (El amor en los tiempos del cólera) è un romanzo dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, Premio Nobel per la letteratura pubblicato nel 1985 in lingua spagnola con una tiratura milionaria, traduzioni quasi immediate in molte altre lingue ed enorme successo di pubblico.[1] Intento dell’autore durante la lavorazione era “scrivere un romanzo del XIX secolo come si scriveva nel XIX secolo”.
Il colera era una malattia endemica di alcune zone asiatiche e soprattutto dell’India segnalata già nel 1490 nella regione del delta del Gange da Vasco da Gama.

Nel corso dell’Ottocento, a causa di movimenti militari e commerciali dell’Inghilterra nel continente indiano, e delle macchine a vapore che resero sempre più numerosi i viaggi, il colera cominciò a diffondersi su quasi tutto il globo.[2] L’Ottocento, infatti, rappresentò per l’Europa il secolo dello sviluppo industriale, che causò anche l’aumento demografico e l’accrescimento delle maggiori città che videro moltiplicare al loro interno rifiuti e germi, condizioni favorevoli per lo sviluppo di tale epidemia. Il colera dilagò in diverse città europee generando sette pandemie nel corso del XIX secolo. Sei di queste giunsero anche in Italia: 1835-1837, 1849, 1854-1855, 1865-1867, 1884-1886 e 1893.[3] Definito anche “morbo asiatico” a motivo della sua provenienza, il colera era causato da un bacillo (Vibrio cholerae), che si introduceva nell’organismo moltiplicandosi nell’apparato digerente.
Sulla falsa riga del più famoso libro, l’omaggio di Antonio Manzini ai lettori, un racconto inedito, un’indagine di Rocco Schiavone per sorridere un po’ e sostenere, chi lo volesse, l’ospedale Spallanzani di Roma con una donazione.